Caro vita, incremento degli interessi su mutuo o debiti, maggiore paura di non essere in grado di sostenere eventuali spese straordinarie, timori per la pensione. Sono le principali motivazioni che alimentano la cosiddetta ansia finanziaria, di cui ne soffrono ben 7 italiani su 10 (il 70% della popolazione). E’ ciò che emerge dall’Osservatorio Edufin: “Educare al futuro”, realizzato dalla casa d’affari Pictet Asset Management in collaborazione con l’istituto di ricerca FINER Finance Explorer.
La ricerca, giunta alla sua quarta edizione e diffusa proprio a novembre in occasione del Mese dell’educazione finanziaria, mostra come questa ansia sia legata a stretto giro alla capacità di risparmio, il primo passo per creare una solidità e serenità finanziaria. Non per niente, ben il 46% del campione ha dichiarato di non riuscire a risparmiare a fine mese. Ma il rimedio c’è. Un’altra evidenza interessante è infatti che il livello di ansia finanziaria appare proporzionale all’educazione finanziaria.
Il 46% degli italiani non risparmia e il 78% non pensa alla pensione
Guardando al futuro, come il titolo della ricerca suggerisce, ecco che il risparmio rappresenta il primo passo per realizzare i propri progetti di vita. In effetti, per poter realizzare i propri sogni, è fondamentale in primis riuscire a risparmiare per crearsi una solidità finanziaria a lungo termine e un “cuscinetto di protezione” in caso di imprevisti più a breve; queste, infatti, sono state le due principali motivazioni portate dal 60% degli intervistati sul perché sia importante risparmiare. Tuttavia, il connubio tra inflazione, rialzi dei tassi, crisi energetica e incertezza economica che ha caratterizzato gli ultimi tre anni ha reso particolarmente difficile riuscire ad accantonare una certa somma. A conferma di ciò, il 46% del campione ha dichiarato di non riuscire a risparmiare, mentre per il restante 33% dei casi, solamente il 12% riesce a risparmiare oltre il 10% dello stipendio percepito.
GRAFICO 5 Risparmio
Questa difficoltà nell’accantonare dei risparmi, per raggiungere una serenità economica, è ben evidente anche nel caso della previdenza complementare, dove il 78% del campione dichiara di non pensarci minimamente, sebbene oggigiorno si comunichi moltissimo sull’importanza di una pensione integrativa, in particolar modo per le giovani generazioni che, dal canto loro, non sembrano preoccuparsene; il 55% di GenY e GenZ afferma di non averci ancora pensato.
GRAFICO 6 Previdenza
Tutto ciò, unito anche all’incertezza geopolitica ed economica del periodo, va ad alimentare l’avversione al rischio e l’ansia finanziaria, di cui si dice affetta circa il 70% della popolazione in Italia. Ma no panic! Perché un rimedio c’è: il livello di ansia finanziaria appare proporzionale all’educazione finanziaria.
Educazione finanziaria per guardare al futuro e realizzare i progetti di vita
L’educazione finanziaria viene percepita sempre più come strumento chiave per realizzare i propri progetti di vita. Secondo l’Ossevatorio di Pictet AM, il 41% del campione ha dichiarato di voler accrescere le proprie conoscenze finanziarie per realizzare i propri progetti di vita, seguito da un 25% che desidera imparare a risparmiare e un 23% che vuole saper correttamente investire il proprio risparmio. E in quest’ottica cresce l’interesse per la finanza, ritenuta cruciale per realizzare i propri progetti di vita: anche nel 2024 l’Italia conferma il trend positivo di un crescente interesse per le tematiche finanziarie da parte di investitori e risparmiatori, che sul totale del campione si dichiarano oggi molto o abbastanza interessati nell’88% dei casi, rispetto al 76% del 2021, con una crescita del 12%. In particolare, tra le generazioni più giovani, oltre il 40% desidera aumentare le proprie conoscenze in materia.
“Negli ultimi quattro anni la crescente complessità dei mercati finanziari, unita alle incertezze geopolitiche ed economiche, ha indubbiamente alimentato un maggiore interesse per la materia, la cui conoscenza e comprensione è ritenuta oggi cruciale da tutti per riuscire a realizzare i propri progetti di vita. – dichiara Daniele Cammilli, Head of Marketing di Pictet Asset Management – Tuttavia, continua a persistere un gap tra quelle che sono le iniziative promosse in questo ambito e l’effettiva crescita del livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia. Ciò appare evidente sia nella difficoltà a trovare contenuti adeguati, sia nelle scelte di investimento che risultano spesso inefficienti e focalizzate sul breve termine. Esempio emblematico sono ancora una volta i giovani: oltre la metà di loro si informa quasi quotidianamente su temi finanziari, prediligendo i canali social – in particolare Instagram – salvo poi non ritenersi soddisfatti dei contenuti e dell’affidabilità dei referenti”.
In effetti, i social network si confermano tra i principali canali di informazione finanziaria, con una crescita di circa il 10% in tre anni. E se nel 2021 la difficoltà nel comprendere la materia era al primo posto (31% degli intervistati), dal 2022 quest’ultima ha ceduto il podio alla percezione di mancanza di contenuti o di referenti ritenuti affidabili, aumentata del 17% negli ultimi tre anni e indicata oggi come principale ostacolo dal 35% del campione. In particolare, negli ultimi 12 mesi, la percezione di scarsità di contenuti di qualità e referenti di fiducia è aumentata fino al 5% in tutti i segmenti di investitori e tipologie di risparmiatori.
GRAFICO 3 Quali ostacoli
A questa difficoltà si aggiunge anche l’incapacità di vedere il risparmio e gli investimenti in un’ottica di lungo termine, disciplinata da una attenta pianificazione finanziaria. “Ad esempio, – precisa Cammilli – i più giovani mostrano una pericolosa predilezione per il trading online o l’acquisto di crypto valute, piuttosto che optare per approcci improntati alla diversificazione e alla comprensione del rischio attraverso un ingresso graduale nei mercati azionari tramite un PAC o pensare ad attivare forme di previdenza complementare”.
GRAFICO 7 Digitalizzazione
Anche in questo caso ci ritroviamo dinanzi a un paradosso, dove le generazioni più giovani e con un livello di conoscenza finanziaria più limitato investono spesso in strumenti ad altissimo rischio in maniera del tutto inconsapevole.
Valeria Panigada
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